Edilclima ha scritto:Buongiorno,
Sono Donatella Soma, figlia di F.Soma (non di L.Socal, come il Signor NoNickName erroneamente crede). Desidero intervenire, a nome di Edilclima, al fine di fare luce su alcuni punti, che riteniamo importanti.
1) La recente pubblicazione della UNI 10200:2015 è stata motivata da ragioni puramente formali ed ha previsto la cancellazione delle due sole frasi relative all’obbligo di programmazione dei ripartitori. Ciò perché è stato ravvisato, da parte di UNI, su segnalazione di alcuni produttori, un presunto contrasto con la UNI EN 834, norma europea di prodotto, la quale ammette l’uso di dispositivi non programmabili.
In attesa che tale contrasto venga appurato, le due frasi suddette sono state “sospese” ricorrendo ad una ripubblicazione, con procedura d’urgenza, della norma. Tale procedura d’urgenza, secondo quanto riferito da UNI, può essere giustificata solo da ragioni formali, quali un contrasto tra norme, ma non da ragioni sostanziali, quali la correzione di errori. Per questa ragione, nonostante la ripubblicazione della norma, non si sono purtroppo risolte le numerose criticità in essa presenti.
Si sottolinea inoltre che il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ed il CNPI, appoggiati da numerose associazioni di categoria, hanno presentato ad UNI una proposta di Errata Corrige della UNI 10200 con l’intento di risolverne le principali criticità, ma tale proposta è stata purtroppo ignorata in quanto la pubblicazione degli errata corrige, secondo quanto dichiarato da UNI, non sembra più formalmente possibile. L’unica strada è attendere il processo di revisione della norma, ad oggi avviato, che ha però tempistiche intrinseche, non certo brevi. Questi sono i fatti.
2) Edilclima disapprova profondamente quanto accaduto. Da un lato si ritiene che non sussista alcun contrasto ed al contrario la norma italiana (UNI 10200:2013), più circostanziata, risponda appieno, a differenza della norma europea (UNI EN 834), carente sotto molti punti di vista, agli obblighi di trasparenza imposti dalla direttiva 2012/27/UE. Dall’altro non si ritiene accettabile che la correzione di errori, di natura sostanziale, venga posticipata a ragioni formali, oltretutto non consistenti.
3) Ciò premesso, si ritiene che la norma UNI 10200, senz’altro molto migliorabile ed affetta da numerose criticità, fornisca dei principi di fondo corretti ed indiscutibili, che ogni buon tecnico, se effettivamente tale, può essere in grado di applicare, indipendentemente dalle indicazioni di dettaglio fornite o meno dalla norma. Quanto in particolare alle questioni interpretative legate al calcolo dei millesimi, si tratta di aspetti più giuridici che tecnici, per questo probabilmente non approfonditi dalla norma. Tali aspetti, oggetto nel tempo di numerose interpretazioni, verranno comunque meglio dettagliati nel corso della revisione, ed, in attesa, è bene appellarsi al Codice Civile (es. art. 1123 ed art. 69 delle disposizioni attuative), i cui principi valgono indipendentemente dalla tipologia di millesimi.
4) Desideriamo infine concludere come il Forum di Edilclima costituisca uno spazio di confronto, volto a consentire a chiunque di esprimere la propria opinione. Riteniamo tuttavia, riferendoci nostro malgrado al Signor NoNickName, che un’opinione possa ritenersi tale se dotata di un contenuto ed espressa con i dovuti modi. Riteniamo infatti che nascondersi dietro un acronimo non autorizzi alcuna maleducazione né allusioni offensive, oltre che totalmente avulse dai fatti, tanto più verso chi continua a dedicare tutto il proprio impegno all’approfondimento ed al miglioramento della norma, al quale, invece, polemiche sterili ed inutili quale quella manifestata non forniscono purtroppo alcun contributo.
Gent.ma Donatella, mi rivolgo a Lei ed ai tanti tecnici esperti che utilizzano seriamente il forum, per un confronto tecnico e per proporre una "scappatoia" ad un errore delle UNI10200/2013.
La norma prevede infatti che il calcolo dei coefficienti Kcli e Kacs, necessari per ripartire i costi del generatore tra riscaldamento e acs, anche in caso di contatori diretti distinti per ogni impianto all'uscita dell'unico generatore (ad es. cli e acs), si basi sui fabbisogni energetici teorici (Q'gn) e non sulle letture dei contatori a valle del generatore.
La mia domanda è la seguente: se prima di procedere alla ripartizione proporzioniamo i consumi dei vettori energetici, quindi le bollette, in base alle letture dei contatori dei singoli impianti (acs e cli reali) e poi a quel punto procediamo al calcolo, siamo fuori norma? Può essere secondo voi una strada percorribile per ovviare ad un errore evidente della norma?
Altra perplessità: a cosa serve il calcolo del rendimento (formula 19) se poi non viene utilizzato da nessuna parte? O mi sono persa qualcosa?
Grazie a tutti i seri professionisti che contribuiscono alle disussioni ed alla crescita della professione.