perchè no agli incentivi?

Agevolazioni previste, documentazione richiesta, ecc.

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sciabola
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perchè no agli incentivi?

Messaggio da sciabola »

Vi riporto la mail che ho scritto all'ENEA e la loro, a dir poco concisa, risposta:
Buongiorno,
un mio cliente, una ditta che confeziona prodotti alimentari, per esigenze del processo produttivo ha un impianto di climatizzazione al fine di mantenere costante la temperatura all'interno del suo capannone. Questa ditta deve rifare la copertura del capannone e vorrebbe coibentarla per accedere agli incentivi fiscali. E' possibile? un risparmio energetico è evidente ma il mio dubbio nasce dal fatto che l'impianto di climatizzazione del capannone industriale è realizzato ai fini del processo produttivo e non per il benessere delle persone (che comunque ne benificiano). Ultima considerazione: la ditta si trova in sicilia, quindi l'impianto per la maggior parte del tempo funziona in raffrescamento.
ringrazio anticipatamente per la risposta
cordiali saluti


Gentile utente

Dalla sua descrizione riteniamo che l'intervento descritto
non possa accedere alla detrazione del 55%

Cordiali saluti

ENEA
mb


Ok, non posso, ma per quale motivo? per uno dei dubbi che avevo io, o per altro...
che ne pensate?
SuperP
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Re: perchè no agli incentivi?

Messaggio da SuperP »

sciabola ha scritto:Ok, non posso, ma per quale motivo?
Il 55% vale per il riscaldamento, non per il raffrescamento. Come faresti gli AQE? Come calcoli l'EP prima e dopo in inverno, la cui differza x il Vlordo da il risparmio energetico?
:?: I miei corsi e libri su involucro, termotecnica e VMC https://www.paolosavoia.com/corso-online
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sciabola
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Re: perchè no agli incentivi?

Messaggio da sciabola »

va bene, ma se la temperatura a gennaio è di 5 gradi, e il capannone deve rimanere a 20 gradi...in questo caso è riscaldamento o no?
Una cosiderazione: capisco che è un problema calcolare l'ACE, però è una cavolata non poter usufruire del 55%, in questo caso ci sarebbe un risparmio energetico consistente...
jerryluis
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Re: perchè no agli incentivi?

Messaggio da jerryluis »

sciabola ha scritto:va bene, ma se la temperatura a gennaio è di 5 gradi, e il capannone deve rimanere a 20 gradi...in questo caso è riscaldamento o no?
Una cosiderazione: capisco che è un problema calcolare l'ACE, però è una cavolata non poter usufruire del 55%, in questo caso ci sarebbe un risparmio energetico consistente...
Vedimo di capire cosa si sta dicendo:

1) Il decreto edifici è studiato per il residenziale, basta leggerlo con calma e sapere cosa sono gli impianti per capire che tutte le prescrizioni di tale decreto sono essenzilamente applicabili sono in ambito residenziale.

2) 5°C in pieno inverno, in molte aziende si segue il processo a quella temperatura privi di impianto mettendo un maglione di lana di pecora sarda in più, con buon apace dell'economia sarda.

3) Un capannone a 20°C per benessere ambientale se lo può permettere solo lo sceicco del Burgundistan.

4) Se il committente è così preoccupato del risparmio energetico perchè non ha valutato sistemi per abbattere il carico esogeno gravante sul condizionamento?

Risposta Logica: Perchè a me non mi frega nulla del risparmio energetico faccio solo ciò che è incentivato! Purtroppo questa è la pura realtà che si è delineata.
Io lo multerei pure perchè tiene i 20°C per il benessere degli occupanti :lol: :lol:
Ora diventerò un coso per usare la cosa+, domani la la cosa++ e chissà a quando la cosa super+ ....
ma a me interessa tutt'altra cosa .....
danilo2
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Re: perchè no agli incentivi?

Messaggio da danilo2 »

jerryluis ha scritto: 1) Il decreto edifici è studiato per il residenziale, basta leggerlo con calma e sapere cosa sono gli impianti per capire che tutte le prescrizioni di tale decreto sono essenzilamente applicabili sono in ambito residenziale.
Stai dicendo che il 55% va solo al residenziale? Argomenta per favore.
SapereLibero
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Re: perchè no agli incentivi?

Messaggio da SapereLibero »

No, il 55% non è solo per il residenziale!

Io non vedo un problema, il capannone è utilizzato per processo ma pur sempre riscaldato, il decreto parla di risparmio energerico di edifici esistenti e per le pareti ne fissa dei k. Se rispetti il k per me è tutto ok.

345. Per le spese documentate, sostenute entro il 31 dicembre 2007, relative ad interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari, riguardanti strutture opache verticali, strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti), finestre comprensive di infissi, spetta una detrazione dall'imposta lorda per una quota pari al 55 per cento degli importi rimasti a carico del contribuente, fino a un valore massimo della detrazione di 60.000 euro, da ripartire in tre quote annuali di pari importo, a condizione che siano rispettati i requisiti di trasmittanza termica U, espressa in W/m2K, della Tabella 3 allegata alla presente legge.

Tra l'altro il comma riguardante il solare specifica proprio:
4. Per interventi di installazione di pannelli solari di cui all’articolo 1, comma 346, della legge
finanziaria 2007, si intende l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per
usi domestici o industriali e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, strutture
sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università.
jerryluis
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Re: perchè no agli incentivi?

Messaggio da jerryluis »

danilo2 ha scritto:
jerryluis ha scritto: 1) Il decreto edifici è studiato per il residenziale, basta leggerlo con calma e sapere cosa sono gli impianti per capire che tutte le prescrizioni di tale decreto sono essenzilamente applicabili sono in ambito residenziale.
Stai dicendo che il 55% va solo al residenziale? Argomenta per favore.
Ho scritto che il decreto edifici E' STUDIATO PER IL RESIDENZIALE!, ciò significa che lo spirito alla base delle prescrizioni è tale per ottimizzare gli impianti in ambito residenziale.

In ambito industriale tutti gli incentivi dati o che si danno hanno poche restrizioni, mentre focalizzano l'interesse sulla prestazione (Grandezze di riferimento sono ENERGIA, piuttosto che rendimenti).
Il discorso valvole termostaiche è emblematico per esempio.
Che senso ha escludere le calaia ad alta temperatura o vapore se tale misura fosse pari pari per ambito residenziale/civile e ambito industriale?
Se ho un processo magari il sistema a condensazione non è nemmeno indicato (non è la regola, magari esistono altri processi che in pdc trovano un'ottima soluzione.)
Ciò non significa che alcune situazioni VENGANO ESCLUSE A PRIORI!!
sciabola
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Re: perchè no agli incentivi?

Messaggio da sciabola »

jerryluis ha scritto:
sciabola ha scritto:va bene, ma se la temperatura a gennaio è di 5 gradi, e il capannone deve rimanere a 20 gradi...in questo caso è riscaldamento o no?
Una cosiderazione: capisco che è un problema calcolare l'ACE, però è una cavolata non poter usufruire del 55%, in questo caso ci sarebbe un risparmio energetico consistente...
Vedimo di capire cosa si sta dicendo:

1) Il decreto edifici è studiato per il residenziale, basta leggerlo con calma e sapere cosa sono gli impianti per capire che tutte le prescrizioni di tale decreto sono essenzilamente applicabili sono in ambito residenziale.

2) 5°C in pieno inverno, in molte aziende si segue il processo a quella temperatura privi di impianto mettendo un maglione di lana di pecora sarda in più, con buon apace dell'economia sarda.

3) Un capannone a 20°C per benessere ambientale se lo può permettere solo lo sceicco del Burgundistan.

4) Se il committente è così preoccupato del risparmio energetico perchè non ha valutato sistemi per abbattere il carico esogeno gravante sul condizionamento?

Risposta Logica: Perchè a me non mi frega nulla del risparmio energetico faccio solo ciò che è incentivato! Purtroppo questa è la pura realtà che si è delineata.
Io lo multerei pure perchè tiene i 20°C per il benessere degli occupanti :lol: :lol:
Al cliente "interessa" il risparmio energetico perchè incide sul suo portafoglio e visto che deve sistemare la copertura (già coibentata in parte) è contento se può recuperare i costi e risparmiare un pò sulla climatizzazione: la temperatura che tiene nel capannone gli serve perchè escano bene i cioccolatini che produce, non certo per gli occupanti. Comunque parlando direttamente con i tecnici dell'ENEA e spiegandoli bene il problema han detto che è incentivabile. In pratica basta che l'impianto funzioni in riscaldamento solo per una piccola parte dell'anno e la detrazione c'è.
Ah per la cronaca, ho visto che stamattina sono cambiate ancora le faq sul sito dell'ENEA...
SapereLibero
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Re: perchè no agli incentivi?

Messaggio da SapereLibero »

jerryluis ha scritto:
danilo2 ha scritto:
jerryluis ha scritto: 1) Il decreto edifici è studiato per il residenziale, basta leggerlo con calma e sapere cosa sono gli impianti per capire che tutte le prescrizioni di tale decreto sono essenzilamente applicabili sono in ambito residenziale.
Stai dicendo che il 55% va solo al residenziale? Argomenta per favore.
Ho scritto che il decreto edifici E' STUDIATO PER IL RESIDENZIALE!, ciò significa che lo spirito alla base delle prescrizioni è tale per ottimizzare gli impianti in ambito residenziale.

In ambito industriale tutti gli incentivi dati o che si danno hanno poche restrizioni, mentre focalizzano l'interesse sulla prestazione (Grandezze di riferimento sono ENERGIA, piuttosto che rendimenti).
Il discorso valvole termostaiche è emblematico per esempio.
Che senso ha escludere le calaia ad alta temperatura o vapore se tale misura fosse pari pari per ambito residenziale/civile e ambito industriale?
Se ho un processo magari il sistema a condensazione non è nemmeno indicato (non è la regola, magari esistono altri processi che in pdc trovano un'ottima soluzione.)
Ciò non significa che alcune situazioni VENGANO ESCLUSE A PRIORI!!
L'unico comma è quello delle caldaie a condensazione che potrebbe essere prevalentemente applicato per edifici residenziali. Per gli altri commi non direi proprio, finestre, muri, pdc, solare termico, motori elettrici, riqualificazione energetica.
jerryluis
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Re: perchè no agli incentivi?

Messaggio da jerryluis »

sciabola ha scritto:
jerryluis ha scritto:
sciabola ha scritto:va bene, ma se la temperatura a gennaio è di 5 gradi, e il capannone deve rimanere a 20 gradi...in questo caso è riscaldamento o no?
Una cosiderazione: capisco che è un problema calcolare l'ACE, però è una cavolata non poter usufruire del 55%, in questo caso ci sarebbe un risparmio energetico consistente...
Vedimo di capire cosa si sta dicendo:

1) Il decreto edifici è studiato per il residenziale, basta leggerlo con calma e sapere cosa sono gli impianti per capire che tutte le prescrizioni di tale decreto sono essenzilamente applicabili sono in ambito residenziale.

2) 5°C in pieno inverno, in molte aziende si segue il processo a quella temperatura privi di impianto mettendo un maglione di lana di pecora sarda in più, con buon apace dell'economia sarda.

3) Un capannone a 20°C per benessere ambientale se lo può permettere solo lo sceicco del Burgundistan.

4) Se il committente è così preoccupato del risparmio energetico perchè non ha valutato sistemi per abbattere il carico esogeno gravante sul condizionamento?

Risposta Logica: Perchè a me non mi frega nulla del risparmio energetico faccio solo ciò che è incentivato! Purtroppo questa è la pura realtà che si è delineata.
Io lo multerei pure perchè tiene i 20°C per il benessere degli occupanti :lol: :lol:
Al cliente "interessa" il risparmio energetico perchè incide sul suo portafoglio e visto che deve sistemare la copertura (già coibentata in parte) è contento se può recuperare i costi e risparmiare un pò sulla climatizzazione: la temperatura che tiene nel capannone gli serve perchè escano bene i cioccolatini che produce, non certo per gli occupanti. Comunque parlando direttamente con i tecnici dell'ENEA e spiegandoli bene il problema han detto che è incentivabile. In pratica basta che l'impianto funzioni in riscaldamento solo per una piccola parte dell'anno e la detrazione c'è.
Ah per la cronaca, ho visto che stamattina sono cambiate ancora le faq sul sito dell'ENEA...
Scusa, ma questo genere di situazioni ci capitano tuttii santi e meno santi giorni della settimana. Come tecnico sei tu che hai valutato se quella è climatizzaione invernale (nel senso dle riscaldamento) visto che devi calcolarti l'EPH. NOn è l'enea che te lo deve dire.
Contemporaneamente stai affermando che quelle sono le condizioni per controllare il processo e non per riscaldamento degli occupanti.
Tanto è vero che da quello che affermi, la tua situazione esula integralmente dalla 311/06 quindi neanche puoi fare la certificazione energetica!
Onestamente condivido appieno la risposta dell'enea sulal base delle indicazioni che hai fornito.
Ma i cioccolatini non si possono produrre in un tunnell attordo alla linea produttiva riducendo drasticamente il volume ambiente da condizionare termicamente?
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mirkomar77
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Re: perchè no agli incentivi?

Messaggio da mirkomar77 »

Anche se entro in ritardo..... volevo rispondere all'affermazione di SuperP all'inizio:

Anche io pensavo che fosse "implicito" che per avere detrazioni servisse un risparmio ma l'ENEA mi ha per scritto risposto di no.

Il caso che gli ho proposto è il seguente:

Piccolo edificio di 3 unità, una occupa TUTTO il piano terra e le altre due si dividono il piano primo. I tre appartamenti hanno tre caldaiette autonome. L'intervento prevede il rifacimento del tetto alle cui spese partecipa, secondo una certa ripartizione che non so, anche il proprietario del piano terra.
Ovviamente il tetto non delimita l'involucro riscaldato del piano terra che quindi NON avrà risparmio.

Pensavo che i due del piano primo prendessero il 55% mentre il piano terra il 36%... ma l'ENEA mi ha risposto che:

1) l'intervento si configura come intervento condominiale (anche se non c'è condominio) e tutti e tre i proprietari hanno diritto al 55%

alla mia successiva domanda: nell'AQE del piano terra dovrò scrivere risparmio ottenuto 0..... lo sapete. va bene?

2) risposta: si, metta zero.......

Mirko
ugo.testa
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Re: perchè no agli incentivi?

Messaggio da ugo.testa »

Il "decreto edifici", che integra il dm 19/02/2007, e il dm 6/8/2009, nel definire il diritto agli incentivi dice che riguardano i lavori eseguiti su edifici di qualsiasi categoria catastale.
Per quanto attiene agli interventi sugli elementi opachi, se ho ben capito, condizione necessaria per l'mmissione agli incentivi è che si raggiunga il valore limite del coefficiente di prestazione energetica di cui alle tabelle allegate al DM 11/3/2008. Se questo è vero, l'intervento sulla copertura di un capannone potrebbe non essere sufficiente al raggiungimento dei limiti e restare fuori dagli incentivi.
SapereLibero
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Re: perchè no agli incentivi?

Messaggio da SapereLibero »

ugo.testa ha scritto:Il "decreto edifici", che integra il dm 19/02/2007, e il dm 6/8/2009, nel definire il diritto agli incentivi dice che riguardano i lavori eseguiti su edifici di qualsiasi categoria catastale.
Per quanto attiene agli interventi sugli elementi opachi, se ho ben capito, condizione necessaria per l'mmissione agli incentivi è che si raggiunga il valore limite del coefficiente di prestazione energetica di cui alle tabelle allegate al DM 11/3/2008. Se questo è vero, l'intervento sulla copertura di un capannone potrebbe non essere sufficiente al raggiungimento dei limiti e restare fuori dagli incentivi.
No, devi rispettare un valore limite di trasmittanza:

Art. 2

Valori di trasmittanza termica

1. Per le finalita' di cui all'art. 1, comma 20, della legge finanziaria 2008, i valori di trasmittanza termica ai fini dell'applicazione del comma 345 dell'art. 1 della legge finanziaria 2007, sono riportati in allegato 2.

quindi puoi avere un edificio che ricade in classe G basta che la parete/finestra su cui intervieni rispetti il k previsto dalla tabella.
ugo.testa
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Re: perchè no agli incentivi?

Messaggio da ugo.testa »

SapereLibero ha scritto:
ugo.testa ha scritto:Il "decreto edifici", che integra il dm 19/02/2007, e il dm 6/8/2009, nel definire il diritto agli incentivi dice che riguardano i lavori eseguiti su edifici di qualsiasi categoria catastale.
Per quanto attiene agli interventi sugli elementi opachi, se ho ben capito, condizione necessaria per l'mmissione agli incentivi è che si raggiunga il valore limite del coefficiente di prestazione energetica di cui alle tabelle allegate al DM 11/3/2008. Se questo è vero, l'intervento sulla copertura di un capannone potrebbe non essere sufficiente al raggiungimento dei limiti e restare fuori dagli incentivi.
No, devi rispettare un valore limite di trasmittanza:

Art. 2

Valori di trasmittanza termica

1. Per le finalita' di cui all'art. 1, comma 20, della legge finanziaria 2008, i valori di trasmittanza termica ai fini dell'applicazione del comma 345 dell'art. 1 della legge finanziaria 2007, sono riportati in allegato 2.

quindi puoi avere un edificio che ricade in classe G basta che la parete/finestra su cui intervieni rispetti il k previsto dalla tabella.
Hai ragione, avevo confuso con i lavori di cui al comma 344. Ho riletto.
Grazie
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