Impianto di grandi dimensioni

Normativa per gli impianti gas, Legge 46/90, Delibera AEEG 40/04, ecc.

Moderatore: Edilclima

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contabile
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Iscritto il: mar ago 22, 2017 08:54

Impianto di grandi dimensioni

Messaggio da contabile »

Ci troviamo a dover mettere a norma un impianto privato molto esteso con sviluppo complessivo di alcuni km e con molta potenza impegnata. Nonostante la pressione di alimentazione di soli 22 mbar e l'impianto è da sempre perfettamente funzionante. Dai calcoli effettuati però, anche considerando una contemporaneità fortemente ridotta, risulta necessario aumentare la potenza di alimentazione per avere almeno 17 mbar residui agli apparecchi. Oltretutto per rispettare i limiti di velocità dovrei passare in 6a specie, quindi > 40 mbar.
I dubbi sono:
- è possibile non considerare tutte le utenze funzionanti contemporaneamente?
- ha senso aumentare la pressione di alimentazione per soddisfare il requisito di velocità?
- esiste un rischio di sicurezza per velocità del gas più elevate?
La morale è che l'impianto da sempre funziona perfettamente e pertanto sarà fatica fare capire al cliente che dovrà effettuare tutta una serie di spese (ricalibrazione bruciatori, installazione riduttori di pressione, richiesta all'ente di maggiore pressione con maggiori oneri) senza ottenere alcun beneficio, anzi probabilmente aumentando il rischio in conseguenza all'aumentata pressione di rete.
Come vi comportereste? Quali rischi ci sono a mantenere l'impianto così come è?

Grazie.
Ronin
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Re: Impianto di grandi dimensioni

Messaggio da Ronin »

anche un impianto elettrico senza differenziale ha sempre funzionato perfettamente fino al giorno in cui il primo isolamento si perfora (solo per dire, eh, non sto insinuando nulla riguardo all'impianto in oggetto).
se l'impianto è così grande, ci si potrà permettere di giustificare la contemporaneità assunta con un monitoraggio (invece che con delle assunzioni) e magari di renderla certa con abilitazioni telecontrollate (noi l'abbiamo fatto, in casi in cui la cabina elettrica non portava tutta la potenza di grossi macchinari con cicli di lavoro ridotti: quando una macchina parte, le altre non sono abilitate alla partenza fino a che non è passato il ciclo di picco della prima; in qualche caso addirittura con interblocchi con chiave abilitante, quando di due apparecchi uno è di riserva all'altro).

all'ultima domanda non so rispondere, dici che hai l'incarico di mettere l'impianto a norma: quali rischi si corrono rinunciando all'incarico che il committente ci ha dato?
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